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VENTI ANNI FA IL PRIMO SCUDETTO ROSSOBLU

A MODENA TRIONFO’ LA SQUADRA UNDER 20
Sono passati quattro lustri da quella prima volta. 20 anni, tante generazioni, tanti successi, ma è impossibile dimenticare la prima vittoria nazionale a squadre. Vogliamo celebrarlo e ricordarlo così con uno stralcio dell’annuario di quella stagione che fa rivivere le emozioni e lo spirito di quella storica trasferta e qualche testimonianza dei protagonisti di allora.

La prima volta.. (di Raul Leoni, tratto dall’annuario 1997)
“Magari non lo sanno, magari non se ne rendono conto, molti sono ancora ragazzini: per la prima volta la Studentesca Cariri vince il campionato di società giovanile. Quale traguardo può essere più ambito, quale successo più gradito di questo, per un sodalizio che ha fatto della leva atletica tra i ragazzi della Sabina la sua maggiore ragione di esistere?
Teatro dell’impresa, il campo scuola modenese di Viale dell’Autodromo (Ferrai docet..) protagonisti un gruppo di atleti e uomini veri, che forse fino a ieri erano ancora mocciosetti tentati di ciondolare al bar sotto casa invece di faticare in pista, ma ora sono – tutti insieme – sul Tetto d’Italia per la loro categoria. Si, tutti insieme, perché lo spirito di una competizione di club è proprio quello di portare, ognuno per le proprie possibilità e capacità, il mattoncino indispensabile per la vittoria. Come, alla fine, tutti insieme si va a fare festa, assordando il quartiere con le urla di trionfo e coinvolgendo nelle celebrazioni anche i dirigenti, che fanno i compassati, ma in realtà non stanno in sè dalla gioia.
Un successo emblematico, si diceva, perché lo spirito della società, è proprio quello di far crescere i giovani del reatino nel segno del nostro sport, duro come dura, per tradizione, la gente di queste parti. Ma anche una vittoria della organizzazione: senza indulgere a fenomeni di “colonialismo” esasperato tipici di altre realtà. Anche Milardi ha schierato i suoi “stranieri”: Gianpiero Speranza e Giuseppe Minici, calabresi di Siderno, la città che ha dato i natali a Francesco Panetta, hanno cercato ospitalità e sicurezza alla Cariri. Anche questo rientra nell’etica societaria: i due sidernoti volevano fare atletica seria, e sono stati accontentati con uno sforzo, anche economico, degno di nota.
Spirito di corpo e organizzazione come segreto del successo: due doti da mettere in campo per forza se vuoi aver ragione a questi livelli, di avversari come la Snam e le Fiamme Gialle, i sodalizi che fino all’ultimo hanno conteso al club sabino il loro tricolore. Avversari che rappresentano, ciascuno per la propria parte, un robusto capitolo della storia dell’atletica italiana e incarnano, se vogliamo, anche una diversa filosofia societaria, soprattutto nel settore Assoluto. Anche per questo la classifica finale di Modena ispira tanta soddisfazione: la Cariri trionfa nonostante percorra una via differente rispetto alla linea vincente nel passato recente della nostra atletica di club, una via che è poi, quella della tradizionedei ragazzi raccolti e allevati in casa seguiti giorno per giorno. Note di cronaca: il profumo della vittoria aveva fatto cominciato a farsi sentire già al termine della prima giornata, con quel punticino di speranza che dava il primato alla Cariri sulla Snam. Ma i societari giovanili sono una competizione balzana, emanazione di un regolamento diabolico, che fino all’ultima gara per il gioco degli scarti, non riesce a darti la sicurezza del risultato: il successo di Minici nei 5000, i secondi posti di Battineli e Donati, di Stefano Schutzmann e Speranza, la buona difesas di tutti gli altri nelle prime gare non offriva nessuna garanzia e accresceva la responsabilità di tutti nella giornata decisiva. La Snam recuperava nei 400hs nonostante la grande prova, anche qui, di Battinelli, poi effettuava il sorpasso al termine degli 800 metri, dove il milanese Piovanelli sueprava allo sprint Davide Gnan. Ci voleva la doppia spallata di Minimi e Donati per prendere il largo in modo decisivo: il primo doppiava in un 3000 tatticissimo il successo del giorno prima, mentre lo sprinter di Poggio Fidoni cedeva sui 200 al solo Andrea Rabino, rivale di sempre e principino locale.
Da quel momento non ce ne era per nessuno: salivano sul podio anche Scagliusi nelle siepi, Iudicone nel triplo e la staffetta del miglio controllava da vicino l’estremo sforzo della Snam che coglieva l’ultima vittoria parziale. Se ci perdonano gli altri, concediamo due istantanee a due volti del trionfo, il primo click è per Minici, fuori di sè dalla soddisfazione, per quei due successi individuali che ripagavano gli sforzi della società e quella fiducia che la stessa aveva riposto in lui. La sua passione genuina è la stessa della società che lo ha accolto. La seconda fotografia è per Stefano Schutzmann altro cuore grandissimo, uno sportivo gentiluomo fuori dal campo, ma in corsia uno della serie “ti spiezzo in due”.

100 – Massimiliano Donati 10.80, 11 punti
200 – Massimiliano Donati 21.64, 11 punti
400 – Stefano Schutzmann 48.97, 11 punti
800 – Davide Gnan 1.55.08, 11 punti
1500 – Gianpiero Speranza 4.00.11, 11 punti
5000 – Giuseppe Minici 14.53.94, 12 punti
3000st – Andrea Scagliusi 9.43.30, 10 punti
110hs – Alessandro Battinelli 14.91, 11 punti
400hs – Alessandro Battinelli 55.88, 8 punti
Lungo – Nicola Iudicone 6,43, 7 punti
Triplo – Nicola Iudicone 14,44, 10 punti
Alto – Massimiliano Pizzuti 1,85, 6 punti
Asta – Alberto Milardi 4,00, 7 punti
Peso – Alessandro Silvestri 12,33, 7 punti
Disco – Fabiano Accatino 31,20, 2 punti
Giavellotto – Paolo Martellucci 43,00, 5 punti
Martello – Alessandro Silvestri 40,88, 5 punti
Marcia 10km – Enrico Grifoni 1h01.97, 6 punti
4×100 – Andrea Vecchi, Marco Varriale, Alberto Milardi, Giuseppe Musilli 43.08, 10 punti
4×400 – Marco Schutzmann, Stefano Schutzmann, Andrea Vecchi, Davide Gnan 3.20.04, 11 punti
Classifica di società:
1) Studentesca Cariri 183, 2) Snam Milano 166, 3) Fiamme Gialle Simoni 162

Giuseppe Minici: “conquistai le uniche due vittorie di quella trasferta, ma i tanti podi ci hanno permesso di salire sul tetto d’Italia. Andrea era soddisfatto, si leggeva tutta la contentezza e la sua soddisfazione per aver costruito una squadra, ma soprattutto un gruppo unito e forte. Sono ancora orgoglioso di aver fatto parte di questa famiglia”

Stefano Schutzmann: “All’arrivo della 4×400 buttai il testimone per terra, un pò stizzito perchè non ero riuscito a passare la Snam sul filo di lana.. il giudice mi disse “potrei squlificarla per questo”.. il silenzio che cala sullo stadio e la voce di Andrea che tuonò “non diciamo ca***te”

Paolo Martellucci: “Ricordo di quanto eravamo affiatati e l’emozione delle staffetta che ci hanno incoronato. Ho ancora in mente la foto di gruppo e il viso di Antonello mentre faceva l’aeroplanino. Mi sono sempre sentito parte di una famiglia, ma in particolare quella volta il cuore batteva all’unisono e alimentava il sogno di Andrea che diventò realtà”.